Il Botulino Mediatico

Condivido una storia vera, accaduta a me come professionista ma sarebbe potuta accadere a chiunque.

Di una banalità sconcertante - quanto reale.

Da un anno sto lavorando con una società che vorrebbe impostare un corretto flusso di comunicazione esterna per evidenziare i valori e i pregi della stessa nei confronti del proprio pubblico. Principalmente gli investitori.

Abbiamo fatto un percorso di consapevolezza importante, abbiamo litigato (professionalmente parlando) su vedute diametralmente opposte legate soprattutto ad aspetti di incoerenza fra pensiero esternato e azioni.

Infondo, quello che mi si chiedeva era costruire una narrazione reale che portasse ad una reputazione pubblica positiva. Questa, è ovvio, influenza gli investimenti, le attività finanziarie, la governance aziendale. Va da sé, quindi, che è fondamentale.

E’ andata più o meno così:

  • scontro professionale ( KK: “Comunica solo il vero, magari rendendolo fluido ma non eccedere nel botulino mediatico/Società: “dobbiamo apparire così e così”)

  • campagna di comunicazione ( con ampi filtri pro - immagine)

  • tranvata realistica (gli investitori non hanno gradito i filtri che nascondevano una realtà più grezza e rozza)

  • presa di coscienza

  • nuovo registro

Perdere o guadagnare un anno di vita aziendale significa tanto ma alcune società pensano il problema reputazionale sia da individuare nelle attività di PR più che nella realtà dei fatti. Come se, attraverso il Botulino Mediatico tu possa falsare la tua immagine pubblica.

E’ evidente, no?

Rendiamocene conto prima per risparmiare molto stress e denaro.

Ora con il mio cliente abbiamo iniziato un capitolo nuovo, bellissimo. Non vedo l’ora di raccontarlo e condividerlo assieme. E stiamo lavorando, principalmente, sulla credibilità reale. Ovvio, no?