Ca Lunae - le sfumature sono 3, non 50.

“Bambini, oggi, dopo il mare, andiamo a fare una visita in cantina a scoprire il Vermentino.”

Cala il silenzio e una serie di mugugni non certo riferiti a comunicarmi entusiasmi eclatanti…

Così, dopo aver convinto tutti e promesso la focaccia in cambio, ci indirizziamo verso Ca Lunae, cantina consigliatami dal giornalista Marco Colognese.

Arriviamo in questa tenuta dove ogni cosa sembra avere un suo perché. Dalla reception al negozietto dei prodotti tipici selezionati dalla famiglia Bosoni. Ogni cosa è ben studiata ma non eccessivamente spinta dal punto di vista commerciale, una proposta di gusto direi. Veniamo accolti da Debora Bosoni, che ha subito conquistato mia figlia con i suoi meravigliosi capelli azzurri. E da lì, 3 ore spese scoprendo il territorio, il vino, gli ulivi, le marmellate, etc.

Dopo una breve visita ai vigneti andiamo nel museo dove la nostra accompagnatrice conquista tutti, figli compresi, adeguando la presentazione alle loro capacità di comprensione raccontando loro la storia del vino di una volta, dalla vite all’imbottigliamento. Con arnesi ed attrezzi d’un tempo. Un museo ben fatto, per preservare la storia di famiglia ma anche oltre, la storia di un territorio e delle sue modalità di coltivazione della terra.

Procediamo con la degustazione: pantoni di Vermentino per me con un excursus sul Ciliegiolo per Antonio che era conquistato dal nome e dal colore.

Iniziamo con le etichette bianche, poi grigie e poi nere. Personalmente sono conquistata dai colori più forti, l’etichetta nera e quella grigia hanno più struttura e una mineralità più evidenziata.

La degustazione viene accompagnata da focacce (che spariscono in 2 minuti grazie alla famiglia numerosa) e da una selezione di pane e olio. Non vi dico l’entusiasmo finale dei ragazzi una volta tornati a casa: mamma ora capisco perché ti piace il vino, sono simpatici! Hanno annusato i vini, trovato dei profumi che ricordavano il sambuco e la vaniglia, erano conquistati dall’olfatto (che in effetti sul questi Vermentini regala grandi promesse).

Ho deciso di scrivere su questa realtà perché merita e ho inviato alcune domande ai fratelli Bosoni via email. Ecco le risposte dalle quali evincerete anche il tratto, accogliente e professionale, della famiglia. Mi risponde Diego, che alla prima occasione non mancherò di ringraziare personalmente.

  • Etichetta grigia del Vermentino : numero di bottiglie prodotte annualmente, mercati, riconoscimenti e annate da consigliare in degustazione ad un ospite in cerca di informazioni.

“90.000 bottiglie prodotte all’anno, un vino venduto per buona parte in Italia, ma si può trovare anche negli Usa, in Canada, Giappone, e Nord Europa. È un vino che esprime le sue caratteristiche classiche (freschezza, profumi floreali, piacevolezza) nei primi anni di vita, ma che sicuramente riesce ad evolversi bene nel tempo assumendo maggiore complessità.”

  • Concetto di ospitalità: dal vino al cibo passando per essere gli ambasciatori di un territorio intero. Era questo già nel DNA della famiglia? Come lo state perseverando voi, delle ultime generazioni?

“Sicuramente ospitalità e  accoglienza sono valori presenti da sempre nella nostra famiglia. Mia sorella ed io abbiamo cercato di evolvere questo concetto attraverso la nostra sensibilità e il nostro punto di vista, cercando di valorizzare le qualità e i caratteri distintivi del nostro territorio, creando proposte e progetti in grado di raccontare l’essenza del nostro lavoro, la filosofia dei nostri vini e la bellezza della nostra zona.”

  • Il Vermentino differisce e si trasforma notevolmente in base al terreno e all'altitudine su cui viene prodotto. L'etichetta grigia è di collina, si sente tutta la mineralità del terreno. Con un vino strutturato per resistere come mai non si punta anche ad un processo di invecchiamento, seppur moderato?

“Anche  secondo noi il Vermentino è in grado di  esprimersi in maniera differente in funzione del suolo, dell’altitudine e dell’esposizione del luogo in cui viene coltivato.Nella nostra famiglia abbiamo sempre cercato di lavorare in questa direzione. Un percorso dedicato al Vermentino e allo studio delle differenti zone di produzione, iniziato dai miei nonni e proseguito da mio padre con un percorso che dura ormai più di 80 anni. Riguardo a questo argomento, proprio negli ultimi mesi abbiamo presentato un nuovo vino bianco. Il suo nome è “Labianca”. LABIANCA nasce nei nostri vigneti situati nella piana Lunense, caratterizzati da terre chiare e sabbiose, strette tra il Mar Ligure e le Alpi Apuane, dove il Vermentino si esprime attraverso note fresche e sapide, profumi estivi e richiami marini. Per esaltare ulteriormente questo carattere abbiamo pensato di unire unito al Vermentino una piccola percentuale di Malvasia che impreziosisce il vino in frutto e piacevolezza. Con Labianca vogliamo arricchire e completare un percorso dedicato al Vermentino e allo studio delle differenti zone di produzione. Vogliamo rappresentare e “raccontare” questo vitigno, attraverso tre vini provenienti da altrettante zone con differenti tipologie di suolo e microclima, tali da regalare caratteristiche e qualità uniche.”

“Per quanto riguarda l’apporto del tempo e quindi l’affinamento del vino: negli anni abbiamo approfondito questo argomento attraverso esperienze enologiche di diverso tipo, anche per quanto riguarda il Vermentino. A tal proposito vorrei raccontarle il percorso di un nostro vino bianco che si chiama “Numero Chiuso”.

Numero Chiuso nasce con una volontà precisa: ottenere un Vermentino in purezza, che potesse “dialogare con il tempo”. Un vino bianco dei Colli di Luni che potesse esprimersi “nella lunga distanza”, oltre la consuetudine di consumarlo ed apprezzarlo solamente attraverso la giovinezza dei suoi frutti. Idea nata osservando le profondità e le complessità che l'affinamento apportava nelle migliori annate di Vermentino degustate dopo alcuni anni dall’imbottigliamento.Cercando quindi conferma a questa intuizione, attraverso l’esperienza e il lavoro in vigna e in cantina, nasce questo Vermentino a “numero chiuso” (come recita il nome stesso). Prodotto solo nelle migliori annate e solo il 2600 bottiglie, l’equivalente di una botte in legno da 20 hl in cui questo vino riposa per 18 mesi, dopo un’accurata fermentazione in acciaio. Le uve vengono selezionate (grappolo per grappolo) solamente in due vigne storiche poste nelle Colline di Luni e Castelnuovo Magra. Se ne ottiene un Vermentino dal colore giallo brillante con sottili riflessi oro. Profumi intensi di macchia mediterranea, resine e miele. In bocca è ampio e avvolgente, si ritrovano le note percepite al naso, ben bilanciate da un’acidità ancora ben presente, buona mineralità e richiami balsamici.

Se quindi andate alle 5 terre o in Liguria, non mancate di fermarvi in questa cantina. Io personalmente non vedo l’ora di poter fare una degustazione del Numero Chiuso. Intanto mi accontento con le 3 sfumature di grigio che mi hanno regalato un pomeriggio bellissimo.