12 viti - quelle del Tocai Friulano e di Krainer

Nel mio giro di formazione, chiamiamolo così, ho imparato che la storia ha un valore solo se è proiettata in un pensiero costruttivo per il futuro. Così può fungere da monito, da guida, da base per progredire.

Cerco, perciò, di imparare -da ogni storia che mi viene raccontata- qualcosa, come fosse una missione personale per dar valore al tempo che ci si dedica a vicenda. Una di queste mattine dei primi, balordi, giorni del 2021 sono andata da Germano Zorzettig a Spessa, Colli Orientali vicinissimo a Cividale. Scopro che dal 1998 la famiglia Zorzettig abbandona la coltivazione zootecnica in senso generale e si dedica esclusivamente al vino passando dai 10 ai 40 ettari in 20 anni. Ma è in questa pandemia si concretizza un progetto iniziato nel 2005: 12 filari di Friulano provenienti da 12 vigneti “antichi” delle terre di famiglia, alcuni pluri-centenari. Vigneti storici che suo nonno, poi suo papà, poi lui e suo figlio hanno coltivato e ora cercano di preservare come fossero una traccia del lavoro svolto per un disegno futuro in evoluzione.

La prima annata del vino “speciale” fu prodotta nel 2015 e lo chiamarono Friulano 12 viti.

Dopo una brevissima visita in cantina, ci fermiamo con Germano ad assaggiarlo: prima di tutto è un vino franco, non mente. La lavorazione in acciaio e le sue caratteristiche di acidità lo contraddistinguono nonostante in bocca si senta tutta la storia delle zone in cui è nato, la mineralità della ponca e il clima dei colli friulani. La sua storia ha fatto tanti salti mortali: da Tocai a Friulano, prima di tutto, scontentando molti ma ora - anche in questi micro progetti di valorizzazione- vuole affacciarsi al futuro rivendicando il passato.

Casualmente, oggi, ho fatto una bella conversazione con due persone che hanno idee chiare, non sempre identiche ma sicuramente complementari per la promozione del Friuli Venezia Giulia e del suo vino e questa pagina del mio blog non l’avevo ancora scritta. Si parlava di futuro, di marketing e di emissari. Mi è venuto in mente che, perdonerà Zorzettig l’accostamento, in carpenteria una sola vite non basta: lo standard è proprio quello del pacchetto da 12 viti. Come a significare che uno solo non basta, servono tanti elementi che sorreggano un concetto per farlo diventare stabile e reale. E serve lungimiranza ed entusiasmo per guardare al futuro con una certa prospettiva che ti garantisce la tenuta anche del quotidiano -difficile - che stiamo vivendo.

ps:

Non centra, ma oggi mi sento più caleidoscopica che mai. Da piccola mio papà mi mandava da Krainer a comprare le viti (in confezione da 12, come a farlo apposta ) che puntualmente sbagliavo ad acquistare e lui mi faceva ritornare di corsa in quel negozio. Oggi il negozio fisicamente c’è ancora ed è al centro di una riqualificazione urbana molto bella di via Rastello a Gorizia. Non è più una ferramenta ma l’interno e l’esterno ricordano quel bellissimo negozio, una babele fantastica per noi bambini. Se vi capita, fatela sta passeggiata che da piazza Vittoria a Gorizia, porta al Castello attraversando proprio questa via unica.