12 aprile - i miei venerdì
Cara Špela,
che bello il tuo albero in fiore. Splendido.
Oggi è Pasqua, stranamente non siamo né in Abruzzo né a Gorizia. Siamo qua, a resistere contro questo male. Oggi mi assale una leggera angoscia, un misto di mistero e di incredulità, come quando ti svegli nel bel mezzo di un incubo e non sei ancora convinto sia stato solo un brutto sogno. Ti è mai successo? A me capita spesso perché ho una vita onirica particolarmente attiva e vivida.
Da qui però non ci si sveglia, è realtà. Sai, rimango sempre positiva ma ora anche i miei nervi tendono a cedere. Sono triste, di non poter condividere questa giornata con i miei cari, cosa pagherei per un caffé della moca con mia mamma…
Sono triste. Ricevo in continuazione messaggi di auguri di questa fottutissima Pasqua ma alla fine vorrei tantissimo fosse un venerdì. Il mio giorno preferito: Gaia torna a casa dall’Austria, siamo tutti davanti al forno che aspettiamo la pizza che esca e profuma la casa. E poi nel weekend andiamo a trovare la nonna che cucina per un esercito.
Non riesco però a svegliarmi e dunque non è venerdì ma è domenica, di Pasqua. Che assomiglia più ad un lunedì di una settimana difficile…
Sai cosa mi angoscia di più? Sapere che non sarà tutto come prima, mai più. E ora ne sono convinta più che mai. Cambieranno tante cose, cambieranno i nostri sguardi sulle persone, cambierà il nostro modo di stare sulla terra. Seriamente. Si dice che i bambini andranno a scuola a turno, non tutti assieme. Mi hanno raccontato che, a Grado, una bellissima località di mare a pochi km da me, hanno già tolto la gran parte degli ombrelloni perché anche dovessero aprire la stagione e concedere alle persone di andare al mare, le distanze saranno fondamentali. Si dicono tante cose. Non so più a cosa credere. Vorrei solo fosse un giorno come tanti, un bel venerdì. Svegliarmi e ridere di questo sogno assurdo.
Ti scrivo questo non per angosciarti, ovviamente, abbiamo un patto noi: essere sincere. Voglio anticiparti che alcuni di questi momenti potranno arrivare, dovrai mettere in conto che non tutto sarà morbido come un buon dolce o un pane appena sfornato. Ci saranno momenti in cui anche i più positivi di noi saranno assaliti da un po’ di angoscia. Te lo scrivo nella speranza che presto, molto presto ritornino i venerdì.
Ci sentiamo domani,